(e)labora 2017: una storia social.

Il 25 luglio del 1965, al Newport Folk Festival, Bob Dylan, fino a quel momento principe dei solitari folk singer acustici, salì sul palco imbracciando una chitarra elettrica, accompagnato da un’altrettanto elettrica band. Aveva abbandonato i suoni acustici per abbracciare sonorità rock e blues. La sua poesia era, indubbiamente, la stessa. Ma, come un avventuriero del pensiero, Dylan rifiutò il conservatorismo acustico e si imbarcò per un viaggio la cui propulsione era il suono dei tempi nuovi.
Ecco: questo è ciò che, di abitudine, fa Lavoro&Welfare, ogni anno, con la propria Summer School, intitolata, quest’anno. “Vivere nel futuro: l’umanesimo del lavoro”.
Come abbiamo fatto nelle quattro edizioni precedenti, nei tre giorni di (e)labora 2017, abbiamo abbracciato, osservandoli dalla nostra salda ottica riformista, argomenti connessi alle principali criticità del nostro tempo, ne abbiamo assunto i suoni e il ritmo. Ci siamo tuffati nelle prove che attendono il centrosinistra nel futuro: le prospettive del lavoro, della formazione, della previdenza; ciò che porta con sé il mondo post-globalizzazione, in cui è possibile intravvedere l’avanzata di una schiera di lavoratori non definibili né come dipendenti né come autonomi, una sfida inusitata per la politica e la rappresentanza; i diritti di chi lavora nelle piattaforme digitali; l’industria 4.0 che è anche impresa 4.0, competenze 4.0, lavoro 4.0 e gli incroci di tutto ciò con l’alternanza scuola-lavoro, osservata fuori dai pregiudizi. E anche, a brevissimo termine, il modo in cui lavoro e welfare potranno essere trattati nella legge di Bilancio di fine legislatura.
Vi raccontiamo questa storia con gli strumenti di oggi. Ossia, nel modo in cui, sui social media, l’hanno raccontata gli stessi i partecipanti e il nostro staff. Abbiamo raccolto, in differita, un racconto fatto in diretta a più voci. Che ci sembra il più spontaneo ed efficace. Ancor più, perché è il racconto di un’edizione, nuovamente, di grande successo – che ha raccolto 150 iscritti – della nostra scuola di formazione.
Ecco il nostro sguardo sul futuro. Perché, come abbiamo affermato alla fine del secondo giorno, “Di fronte all’innovazione, non dobbiamo essere – ricordando l’importante saggio di Umberto Eco – né apocalittici né integrati. Questo è il compito dei riformisti. Il nostro compito”. Grazie a tutti.

Giovanni Battafarano e Cesare Damiano

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l’umanesimo del lavoro”

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