(e)labora · Summer School 2016
di Fabio Appetiti
Le carriere degli sportivi e i nodi (legislativi) da sciogliere
Questa lunga estate sportiva ci ha fatto sognare, appassionare, gioire, sperare. Magari qualche volta arrabbiare. Una estate cominciata prima con gli Europei in Francia, dove i nostri azzurri hanno “orgogliosamente” capitolato solo ai rigori di fronte ai campioni del mondo e poi continuata con l’ineguagliabile spettacolo delle Olimpiadi di Rio. Uno spettacolo che, nonostante qualcuno lo voglia ridurre solo a mero business milionario, continua ad esprimere tutto il suo straordinario potenziale di valori positivi. Paesi provenienti da tutto il mondo, di tutte le razze e religioni, si ritrovano per un mese a competere sportivamente con i lori campioni e campionesse, lanciando un potente messaggio di pace, integrazione, rispetto per la diversità e l’avversario. “Il bello dello sport” direbbe qualcuno. Con il suo carico di storie straordinarie che sono metafora di vita e pagine emozionanti di successi e sconfitte cocenti. Dove però le sconfitte non sono mai tali, perché se la vittoria esalta, la sconfitta insegna. E poi c‘è sempre una prossima sfida.
Viene un po’ di sconforto, di fronte a tale affascinante spettacolo, a pensare alla scelta effettuata dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, di rinunciare a tale opportunità. Una scelta miope, che fa male a tutto il movimento sportivo italiano e a tutta la città di Roma, che forse proprio di un traguardo così’ ambizioso e coinvolgente, aveva bisogno per ritrovarsi e rilanciarsi. Peccato,occasione persa.
Ma tornando alle gesta straordinarie di atleti olimpici e paraolimpici di questi recenti avvenimenti sportivi è bene ricordarsi che dietro tutte quelle medaglie, ci sono anni di lavoro duro. E che il successo, quando è perseguito senza barare – vedi voce doping – costa tanto in termini di sacrificio e fatica. Allenamenti quotidiani, rinunce, diete, ritiri. Una carriera che comincia da adolescenti e che per anni ti porta lontano da casa per vivere, sì, una realtà gratificante, ma che poi non sempre, quando le luci si spengono, viene riconosciuta. Anzi.
Bisognerebbe quindi fare di tutto per tenere accese le luci su questi ragazzi, quando non ci saranno più inni da cantare o milioni di spettatori incollati alla tv. Pensare agli atleti di oggi e a quelli di domani, ma soprattutto pensare al loro “domani”, quando dovranno reinventarsi una vita e cimentarsi con le sfide del mondo del lavoro: un reinserimento non facile quando si è ormai sulla soglia dei 40 anni.
Ma cosa in concreto si può fare per lo sport e per gli sportivi? Cominciamo a riconoscere la “specificità” della carriera di un atleta. E poi parliamo di previdenza, maternità, formazione scolastica e universitaria, post carriera. Diamo loro l’idea che ci sia un presente, che va dai 15 ai 40 anni, dove si gareggia, che non sia solo una parentesi (ma 25 anni possiamo chiamarli parentesi?) da scontare dopo, nel futuro, quando la vita sportiva fisiologicamente non può più proseguire.
A Rimini a metà luglio durante la Summer School, dando seguito ad un lavoro avviato ormai due anni fa con il Forum Sport di L&W, si è parlato a lungo di tutto questo, con Damiano Tommasi, presidente di AIC e membro della commissione atleti CONI, Josefa Idem che conosce per esperienza diretta questi problemi, Daniela Sbollini responsabile Sport e Welfare del Pd. Alla Camera c’è un testo sulla previdenza degli sportivi professionisti a firma Maria Luisa Gnecchi. Cominciamo da lì. E poi affrontiamo il professionismo delle donne, altro tema importante, e quello altrettanto importante dei “professionisti di fatto”, con un testo di legge presentato da Valentina Vezzali, altra grande rappresentante del mondo sportivo italiano, oggi in parlamento.
Conoscendo la sensibilità del presidente Malagò siamo certi che farà la sua parte a fianco degli atleti. Lo stesso dovrà fare il governo. Come Forum Sport L&W il nostro impegno continuerà .Un paese che investe nello sport e attraverso questo ricostruisce la sua identità, è un paese da medaglia d’oro. Con o senza Olimpiadi.
Fabio Appetiti
è responsabile osservatorio LW Lavoro & Sport