di Giovanni Battafarano

L’ordinanza di un giudice del Lavoro di Roma

L’ordinanza 26 luglio del Tribunale del lavoro di Roma, con cui si rinvia alla Corte costituzionale il contratto a tutele crescenti del Jobs Act, ripropone un tema che due anni fa aveva diviso la sinistra e lacerato il mondo del lavoro, cioè l’abolizione dell’Art. 18 e quindi della reintegra, tranne l’ipotesi più teorica che pratica dei licenziamenti discriminatori. È stato giusto allora abolire la reintegra in ogni caso o non conveniva, come tanti di noi sostenevano, a partire dalla nostra Associazione Lavoro&Welfare, mantenere  la reintegra nel caso dei licenziamenti per motivi economici?

Già la legge Fornero aveva abbastanza ridotto le possibilità di reintegra; e quindi, la norma in materia di licenziamenti introdotta con il Jobs Act  rappresentava un inutile accanimento, privo oltretutto di quella carica propulsiva nei confronti dell’economia che il Governo Renzi assegnava a quella misura. Come è noto, l’incremento occupazionale che c’è stato negli anni scorsi era più legato agli sgravi contributivi che non all’eliminazione dell’art.18. Non a caso, l’occupazione è salita in presenza degli incentivi fiscali, è diminuita quando gli sgravi sono stati eliminati o ridotti.

Come è possibile considerare legittimo un licenziamento economico, quando l’azienda è in buona salute ed ha il bilancio in attivo? La CGIL ha presentato una legge di iniziativa popolare che rimette in discussione il Jobs Act. Ora, il Tribunale del lavoro di Roma rinvia gli atti alla Consulta, mettendo in rilievo l’inadeguatezza dell’indennità risarcitoria e delle sanzioni rispetto alla regolamentazione comunitaria, e in particolare alla Carta di Nizza e alla Carta Sociale.

Senza mettere in discussione l’intero impianto del Jobs Act, la normativa sui licenziamenti merita una particolare attenzione. Sarà interessante quanto dirà la Consulta. Intanto, la politica riformista potrebbe battere un colpo.

L’Ordinanza di rinvio alla Consulta

 

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Giovanni Battafarano

Giovanni Battafarano

è segretario generale di Lavoro&Welfare

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